Il “Kara” che significa “vuoto” è in definitiva il più appropriato.
Per prima cosa, esso simbolizza il fatto ovvio che quest’arte di auto-difesa non fa uso id armi, ma solo di piedi nudi e mani vuote.
Inoltre, gli studenti di Karate-Do aspirano non solo a perfezionare l’arte che hanno scelto, ma anche a svuotare il cuore e la mente da tutti i desideri e le vanità terrene.
Leggendo le scritture buddhiste, ci imbattiamo in affermazioni quali “Shiki-soku-ze-ku” e “Ku-soku-ze-shiki”, che letteralmente dire: “la materia è vuota” e “tutto è vanità”. Il carattere “Ku”, che appare in entrambe le ammonizioni e può essere anche pronunciato “Kara”, è vero in se stesso.
Così, benché le arti marziali siano molte ed includano forme tanto diverse come il judo, la scherma, il tiro con l’arco, il combattimento con la lancia e il bastone, l’obiettivo ultimo di tutte è lo stesso del karate. Credendo come i buddisti che sia il vuoto, il nulla che si trova nel cuore di tutta la materia e persino di tutta la creazione, io ho persistito fermamente nell’uso di quel particolare carattere nel nominare l’arte marziale a cui ho dedicato la mia vita.
Maestro Gichin Funakoshi